
Il comunicato stampa riguardante la costituzione del Comitato Pista Ciclabile Modena-Nonantola è stato inviato alle principali testate giornalistiche locali perché venisse reso noto. Ad ora, solo La Pressa e la testata online sulpanaro.net hanno riportato la notizia.
Evidentemente non bastano le quasi 1400 firme online e le diverse centinaia che sono state raccolte in forma cartacea in appena due settimane a rendere rilevante l’argomento. Non basta a segnalarne l’urgenza il fatto che questa pista ciclabile tanto auspicata sia prevista dai piani regionali da oltre 12 anni ma non sia stata mai realizzata. Non bastano i livelli ancora altissimi di inquinamento dell’aria che Modena respira.
Eppure, “come amministratori – spiega Gian Domenico Tomei, Presidente della Provincia, alla Gazzetta di Modena – abbiamo il dovere di porci il tema della sostenibilità ambientale ed energetica dei nostri territori, in una fase storica in cui inquinamento e cambiamenti climatici diventano da opinione ad emergenza”. Fantastico, viene da pensare: gli amministratori hanno capito finalmente che occorre dare un’alternativa all’uso dell’auto privata!
E invece no.
Questa dichiarazione infatti faceva da premessaa al lancio di un avveniristico progetto che vorrebbe trasformare l’hinterland modenese nella “Valle dell’idrogeno“: già, Modena resta pur sempre una “terra di motori”. E ci si dimentica ancora una volta che cambiare il carburante non è la soluzione. Le auto potrebbero anche andare ad acqua piovana ed emettere aria pulita, ma la congestione, il traffico e lo stress ad esso collegato, la frammentazione degli spazi urbani, la sicurezza delle strade e delle città non ne trarrebbero alcun beneficio. E nemmeno i problemi legati ad uno stile di vita sedentario (sovrappeso, maggiore incidenza di diabete e malattie cardiovascolari, maggiore incidenza di sindromi depressive e ansia).
Il ciclista, si leggeva in un manifesto, è un danno per l’economia. Non ha bisogno di carburante se non di qualche piatto di pastasciutta; non paga bollo né assicurazione, ha una salute migliore quindi usa meno medicine, non paga nemmeno le accise sulla benzina. Peccato poi però che sulla collettività, solo in termini di inefficienza dei trasporti, la Confcommercio stima che la congestione stradale costi il 3% del PIL. Che poi si viaggi a petrolio, metano, idrogeno o acqua piovana, la cifra è la stessa.
Ci ignorano? Costringiamoli ad ascoltarci. Costringiamo i giornali a darci spazio con la forza dei numeri. Rendiamo l’appello per questa pista ciclabile il primo successo di un movimento popolare per il diritto a muoversi in sicurezza senza usare l’auto. Facciamo circolare la petizione online, ma anche quella cartacea (che trovate in formato pdf nel file qui sotto). Chiediamo ad amici, vicini di casa, colleghi, parenti di firmarla. I fogli completi di firme possono essere consegnati a Fiab Modena (Via Ganaceto, 45 – 41121 Modena c/o Casa Per La Pace) oppure scannerizzati ed inviati a ciclabile.nonantolana@gmail.com
Facciamoci sentire.